“Piazza Grande”, nota di La Sala sulla visita del ministro Delrio


«Se il ministro è in visita istituzionale va ricevuto nella sala consiliare da tutto il consiglio comunale tuttora in carica»

(foto Sabino Battista)

Nel primo pomeriggio di oggi ad Atripalda si è consumato l’ennesimo strappo istituzionale della tortuosa amministrazione Spagnuolo. Che con uno strappo si era inaugurata nel 2012 quando il neoeletto già exbravoragazzo aveva preteso ed imposto contra legem (e nonostante le nostre vibrate e solitarie proteste) che si votasse…in blocco l’eleggibilità dei consiglieri comunali. E oggi, agli sgoccioli di una fallimentare ed opaca azione amministrativa, tocca all’uso improprio delle istituzioni repubblicane. E si scomoda addirittura un ministro a sostegno del suo zoppicante e maldestro approdo politico… che solo negli ultimi 5 anni lo ha visto volteggiare da De Mita a Del Basso, passando per la scelta civica di D’Agostino. Insomma se il ministro è in visita istituzionale…va ricevuto nella sala consiliare da tutto il consiglio comunale tuttora in carica. E se invece è in visita privata, se sta facendo propaganda a favore di un candidato, va ricevuto altrove, magari a pranzo e amen. E che un ministro della Repubblica si presti allo spiacevole equivoco, perché trascinato a sua insaputa (come spesso succede) a sostegno di una fascia, è un fatto gravissimo, un vulnus protocollare, una infelice caduta di stile. Ma più grave ancora è averla pensata, insieme a qualche protettore beneventano, a riprova di una occupazione disinvolta delle istituzioni democratiche. Ha fatto bene Nunzia Battista, consigliere comunale e capogruppo consiliare di Piazza Grande, candidata alla carica di sindaco, a farlo notare direttamente al Del Rio nel corso della inopportuna visita ministeriale, a soli quattro giorni dalle elezioni. Con il suo coraggioso intervento, dopo il quale ha immediatamente abbandonato l’aula, Nunzia Battista ha difeso la dignità istituzionale di un consiglio comunale assente, perché non invitato, e di consiglieri comunali pavidamente altrove. La sua ha voluto essere testimonianza militante di rigore etico ed alto senso civico, malinconicamente appannato in una campagna elettorale livida che il listone unico #noisciogliamoatripalda fa sempre più fatica a gestire



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