Non c’è rispetto per la ‘Madonna di Lourdes’


Tracce di bivacchi notturni, rifiuti ed episodi di inciviltà nella ‘Grotta dell’Immacolata Concezione’ adiacente la chiesa di San Giovanni Battista

La grotta fu inaugurata nel 1957, nel primo centenario delle apparizioni mariane, su spinta di p. Bonaventura Martignetti

Richiamo all’ordine per i cittadini atripaldesi, soprattutto per quelli più giovani. Segnalazioni sconcertanti arrivano dalle due donne che si occupano volontariamente della cura della Grotta di Lourdes, Maria Cristina Gambale e Antonietta Rinaldi, che denunciano una forte mancanza di rispetto per la cappelletta situata sul lato destro della Chiesa di San Giovanni Battista. 

Cartoni di pizza, bottiglie di birra, pacchetti di sigarette, addirittura assorbenti nascosti dietro le rocce vicino alla statua della Madonna: questo lo scenario che, quasi ogni domenica, si ritrovano le due signore. «Noi siamo deluse ed amareggiate. Ci sembrano dei veri e propri dispetti – afferma Maria Cristina Gambale -. Si divertono a rovesciare la cera dei lumini votivi lasciati dagli anziani fedeli per incrostare tutto il marmo sottostante. La scorsa domenica, abbiamo trascorso quasi tre ore a pulire tutto il sito».

Non solo rifiuti lasciati incustoditi, ma anche gesti di sfida, quindi, come quello di estirpare le piante e gettare rami e fogliame al di là del pannello di plexiglass che protegge la statua della Vergine. I residui delle piante e dei fiori, quindi, sono ancora lì, vicino alla Beata, e questo ha generato particolare indignazione nelle due donne e nei fedeli, che ripongono sempre tanta accortezza nella pulizia e nel posizionamento dei fiori ai piedi della statua.

«Bisogna avere rispetto di tutti i luoghi, in particolare di quelli sacri. Non si può andare avanti così. Occorre fare qualcosa per proteggere la statua, come, ad esempio, installare nuovamente un cancello di protezione, come vi era in passato – continua la donna -. Mi sono interfacciata anche con il sindaco Paolo Spagnuolo perché volevo esporgli la questione. Lui mi ha confermato che la cappella, dal 1957, non ha proprietari e che il Comune non ha ampio spazio di azione, differentemente dal convento, che è di appartenenza comunale. La chiesa è appannaggio del Ministero dei Beni Culturali ed è proprio quest’ultimo, mi ha detto ancora il sindaco, che ha stanziato circa 2 milioni di euro per lil restauro della Chiesa di San Giovanni Battista. Vuole informarsi per capire se il Comune può chiedere di utilizzare una parte della somma per installare un nuovo cancello o se è presente, nei depositi comunali, quello vecchio per poterlo restaurare e, nel caso, reinstallare» conclude. 

Bisogna attendere, quindi, aggiornamenti da parte del sindaco. La speranza, certamente, è quella di trovare presto una soluzione che possa preservare la Grotta di Lourdes, che rappresenta uno dei simboli più longevi di Atripalda. Non molti, però, conoscono la sua storia. Grazie ad un opuscolo pubblicato dal prof. Raffale La Sala il 12 maggio 2013, si possono ripercorrere i passi che hanno portato alla costruzione di questo luogo.

La suggestiva grotta fu realizzata per volontà di padre Bonaventura Martignetti grazie ai finanziamenti dell’on. Fiorentino Sullo e alle offerte spontanee di privati benefattori. Fu inaugurata nel 1957, in occasione del primo centenario delle apparizioni mariane, poiché Bonaventura voleva lasciare ad Atripalda un segno tangibile del suo amore per la Madonna. All’interno della grotta, realizzata con pietra lavica del Vesuvio, fu collocata una statua della Vergine a grandezza naturale, opera in marmo dello scultore Domenico Stasi, forse su disegno di Armando Rotondi. La grotta divenne in breve tempo un’area di raccoglimento e di preghiera e l’affetto per questo luogo perdura nel tempo.

Un luogo di arte e di fede già restaurato circa vent’anni fa grazie all’impegno del compianto ing. Sabino Rotondi e alla generosità di tanti fedeli.

Un richiamo all’ordine è indispensabile per custodire al meglio uno dei luoghi di raccoglimento e preghiera più cari agli atripaldesi.

Margherita Rosella



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