Diciannove case con box nell’ex fabbrica di piatti. Il sindaco Spagnuolo: E’ la soluzione migliore


Previsto un intervento residenziale fra via Salvi e via Cesinali dove un tempo si produceva ceramica

Il progetto prevede la demolizione di una volumetria produttiva di circa 5mila metricubi (foto Antonio Cucciniello)

In via Salvi sarà realizzata una palazzina residenziale su quattro livelli composta da 19 appartamenti e garage. Il Consiglio comunale, infatti, ha già autorizzato il cambio di destinazione d’uso in deroga al Piano regolatore vigente chiesto, attraverso un progetto firmato dall’ing. Giuseppe Lombardi, dagli attuali proprietari Sofia Pagliuca, Rosa Maria Pagliuca e dalla ditta Top House Srl di Alessandro Sarno della volumetria dismessa di circa 5mila metricubi, dove fino ad un paio di decenni fa il cav. Gennaro Del Giudice produceva prevalentemente piatti e ceramiche, in una parte del lotto di terreno compreso fra la caserma dei carabinieri “Eugenio Losco” e la struttura polisportiva “Simone Casillo”.

Una parte dell’ex complesso produttivo, attraverso una demolizione e ricostruzione consentita dal cosiddetto “Piano Casa” regionale nei casi in cui sussistano i requisiti dell’interesse pubblico verificati dal Consiglio comunale, così come già deliberato nei precedenti interventi autorizzati alle ditte Cattolica Immobiliare e Marinelli in via Appia, si trasformerà in un complesso residenziale da circa 6mila metricubi in cambio, sostanzialmente, di circa 670 metriquadri di standard urbanistici, corrispondenti ad un parcheggio pubblico di 16 posti auto ed una fascia di verde attrezzato. Fuori “conteggio”, inoltre, l’Amministrazione comunale dovrebbe anche ottenere una servitù pubblica su un passaggio pedonale largo circa 1,5 metri che collegherà via Salvi con via Cesinali.

«I proprietari hanno presentato l’istanza nell’agosto del 2017 – spiega il sindaco Giuseppe Spagnuolo -, pochi mesi dopo il nostro insediamento, e da allora abbiamo avviato una serie di valutazioni su quale fosse la soluzione ideale, sia dal punto di vista edilizio che urbanistico. Dopo una serie di modifiche al progetto originario siamo riusciti a trovare l’accordo per un intervento che contribuendo al riammagliamento del tessuto urbanistico fosse perfettamente integrato nel contesto prevalentemente residenziale. E per noi quella trovata rappresenta senz’altro l’intervento migliore, sia perché raggiunge un’altezza media, riqualifica parte di un’area fortemente degradata, non necessita di altre infrastrutture, contribuisce a rinnovare il patrimonio edilizio con soluzioni all’avanguardia e, infine, si sostituisce ad un intervento produttivo che oggi in quella zona non sarebbe auspicabile».



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