Spagnuolo rassicura i cittadini di Atripalda: «L’emergenza non ci troverà impreparati»


Il primo cittadino aggiunge: «Rispetto alla prima ondata ci sentiamo più pronti anche se ci vorrà certamente più tempo per uscirne, perciò chiedo a tutti pazienza e spirito di collaborazione»

I principali componenti del Coc (Centro operativo comunale): il medico Piscopo, il comandante della P.M., cap. Giannetta, il sindaco Spagnuolo, la consigliera delegata alla Protezione civile, De Vinco ed il presidente della Misericordia, Aquino (foto Antonio Cucciniello)

Anche Atripalda sta facendo ormai la conta dei positivi al Covid-19 e i conti con la preoccupazione per la nuova ondata epidemiologica. Da due settimane a questa parte il numero dei cittadini contagiati dal coronavirus cresce mediamente di una unità al giorno, giovani e meno giovani, così come cresce proporzionalmente il numero dei congiunti in quarantena, coinvolgendo di fatto sempre più nuclei familiari e ambienti lavorativi. Con il sindaco di Atripalda, Giuseppe Spagnuolo, affrontiamo i diversi aspetti del contagio, partendo proprio dalla mappa della diffusione del virus in città.

Sindaco, può fornirci il numero esatto dei concittadini colpiti dal Covid-19?

Le prime comunicazioni ufficiali, che ci arrivano ogni sera tramite posta elettronica certificata, relative alla cosiddetta seconda ondata del contagio, sono cominciate il 10 ottobre scorso e da quel giorno abbiamo registrato in città 20 casi di concittadini positivi al tampone (il dato è aggiornato a domenica 25 ottobre, ndr.), dei quali due sono attualmente ricoverati in ospedale e rispondono bene alle cure ed il resto quasi tutti asintomatici sono in isolamento domiciliare, più una trentina di contatti diretti, per ora anche loro in quarantena e in attesa di essere sottoposti dall’Asl al tampone nasofaringeo.

La prima nota dolente… i tamponi ai contatti stretti: perché non vengono effettuati a tutti?

La prassi dell’Asl è che i tamponi ai contatti di positivi,  soprattutto se asintomatici, vengano programmati intorno al decimo giorno, in quanto prima di sette giorni non hanno molta valenza, e tendenzialmente aspettano il decimo giorno per far cessare l’isolamento in caso di negatività. Quindi è inutile attendere il tampone per i contatti di positivi nei primi giorni di quarantena.

E il numero dei contagiati a suo avviso è reale o sottostimato? In altre parole esiste la possibilità che persone positive circolino liberamente?

Non ho motivo di ritenere che ci siano più positivi di quelli che ci vengono comunicati ogni sera, ma non posso escludere che qualche contatto stretto possa non essere stato individuato e quindi circolare liberamente. Per quanto mi riguarda, almeno nel primo periodo, posso impegnarmi a fornire alla città attraverso i mezzi di comunicazione un report settimanale ufficiale per evitare che circolino numeri e notizie infondati tali dar creare inutili allarmismi. I primi ad essere avvisati, comunque, sono gli interessati, poi i medici, quindi i sindaci ed, infine, i contatti stretti, ma è necessario velocizzare tutti i meccanismi, anche rispetto alla comunicazione.

Nel frattempo gli altri cittadini come possono cautelarsi?

Intanto chiediamo a tutta la città, che durante la prima ondata si è comportata in maniera straordinaria e responsabile, di avere pazienza e di essere solidale nei confronti dei concittadini positivi, le prime vittime del contagio, ai quali rinnoviamo tutta la nostra vicinanza. Allo stesso tempo, dal momento che rispetto ai mesi scorsi oggi è più facile ed economico sottoporsi al test, ritengo che, se possibile e in assenza di sintomi, la popolazione dovrebbe ampliare spontaneamente la base dello screening epidemiologico. In presenza di sintomi, invece, l’unica cosa da fare è contattare il proprio medico di famiglia e verificare se è il caso di richiedere un tampone all’Asl.

E torniamo al punto di partenza…

I laboratori privati, purtroppo, non somministrano il tampone molecolare ai privati all’esterno della loro struttura ed è necessario recarsi personalmente in sede, procedura evidentemente non consentita a chi è in quarantena. So che i laboratori convenzionati stanno provando a superare questa difficoltà, aspettiamo e verifichiamo se e come riusciranno ad organizzarsi.

Un’altra nota dolente riguarda il contagio nelle scuole: perché le famiglie non vengono informate sul numero dei casi riscontrati?

Non posso che essere d’accordo, i genitori dei bambini e dei ragazzi che frequentano le scuole, comprese quelle di Atripalda, hanno tutto il diritto di sapere se e quanti casi di Covid-19 sono stati riscontrati. Purtroppo, però, questa è un’informazione di cui non dispongo perché ai sindaci vengono comunicati dall’Asl solo i nominativi dei residenti o domiciliati, non i casi riscontrati nelle scuole, ma credo che i dirigenti, invece, li conoscano bene anche perché, attraverso i referenti Covid, devono fornire all’Asl gli elenchi degli studenti e dei docenti afferenti alla classe in cui si è verificato il caso confermato ai fini del tracciamento. E credo che sia giusto e doveroso che i dirigenti scolastici informino tempestivamente anche i sindaci dei comuni che ospitano i plessi così da poter avere una mappa del contagio completa ed aggiornata. In questi giorni mi preoccuperò di chiedere ai due dirigenti scolastici cittadini (Carbone e Berardino, ndr.) di essere costantemente e tempestivamente informato.

E al Comune di Atripalda com’è la situazione? E’ vero che un dipendente è in isolamento domiciliare in attesa di tampone?

Sì e stiamo seguendo il caso con grande attenzione e grande solidarietà per il dipendente e per il suo congiunto colpito dal virus, con la speranza che tutto si risolva per il meglio. Il dipendente, comunque, è risultato negativo al test sierologico effettuato venerdì scorso, due giorni prima che fosse accertata la positività del suo congiunto, nell’ambito di un’indagine disposta preventivamente. Al Comune è venuto un infermiere bardato che ha effettuato i prelievi del sangue per il test sierologico a tutti i dipendenti ed il giorno dopo abbiamo avuto la conferma che erano tutti negativi. In caso contrario, però, ci tengo a chiarire che non sarebbe successo nulla di irreparabile, perché avremmo immediatamente attivato il protocollo che prevede l’isolamento e la conferma del tampone all’interessato e, in attesa dell’esito, la quarantena per i contatti stretti. Contiamo di ripetere l’indagine periodicamente, magari con maggiore frequenza per i dipendenti, e penso ai Vigili urbani, che corrono rischi maggiori.

Secondo lei cosa ci aspetta? Stiamo per tornare nell’incubo già vissuto sei mesi fa?

Non credo che ci ritroveremo nella stessa situazione di alcuni mesi fa perché sono convinto che non ci sarà un lockdown generalizzato, con restrizione totale della mobilità e chiusura di quasi tutte le attività economiche. Detto questo, sono altrettanto convinto che l’emergenza stavolta durerà più a lungo e dunque bisognerà affrontarla come se fosse una maratona, con grande pazienza e resistenza.

E come vi state organizzando a livello comunale?

Il COC (Centro operativo comunale) è sempre in carica, ci siamo già nuovamente riuniti per confrontarci sulle risposte da mettere in campo per quanto riguarda l’assistenza alla popolazione. La Protezione civile, nel frattempo, continua a seguire diverse persone, i numeri che abbiamo attivato la scorsa primavera sono sempre funzionanti e le richieste cominciano già ad arrivare. A breve avvieremo una campagna di informazione per ricordare alla popolazione che può contattarci per qualsiasi esigenza.

Si sente più tranquillo?

Tranquillo no, ma certamente più pronto potendo contare su una macchina comunale già rodata.

La prima ondata ha lasciato un po’ di amaro in bocca soprattutto per i ritardi nell’erogazione dei bonus e degli aiuti…

Durante l’emergenza della scorsa primavera, con la popolazione in grande difficoltà, nessuno è stato lasciato indietro e credo che la nostra risposta sia stata all’altezza della situazione. Non sarà stato certamente un giorno di attesa in più o in meno a fare la differenza, soprattutto considerando che si trattava di gestire una emergenza assolutamente inedita e improvvisa. E i numerosi messaggi e attestati di stima e gratitudine che abbiamo successivamente ricevuto privatamente da tanti cittadini ne sono la conferma.



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