«Quelle scuole andavano chiuse»


L’ex sindaco è preoccupato: «I risultati delle verifiche sono chiari e gravissimi». Intervista a tutto campo col leader della minoranza consiliare

Cento giorni fa Paolo Spagnuolo ha dovuto cedere la poltrona di sindaco a Giuseppe Spagnuolo, il suo principale avversario elettorale. La circostanza ha rappresentato lo spunto sia per ritornare sulle ragioni della sconfitta, sia soprattutto per affrontare le principali questioni di natura politica e amministrativa. Ne è venuta fuori un’intervista abbastanza lunga ed articolata.

Consigliere, ci traccia un bilancio dei primi cento giorni della nuova amministrazione?

La mia valutazione è estremamente negativa. Il sindaco non ha fatto nulla di ciò che in campagna elettorale aveva promesso di voler fare sin da subito. Potrei tirare fuori un elenco di belle intenzioni mentre in realtà la nuova amministrazione sta ancora campando di rendita. Non c’è alcuna discontinuità amministrativa e l’unica cosa che si sta facendo riguarda il settore della manutenzione del verde pubblico, grazie comunque a contratti sottoscritti in passato e all’attivismo dell’assessore Moschella, aiutato dalle conoscenze alla Provincia e dal presidente Gambacorta. Per il resto non c’è nulla.

Cosa si aspettava in particolare?

Beh, per le critiche che mi sono state rivolte, mi aspettavo una rivoluzione “copernicana” nella gestione del personale ed invece vediamo che tutte le convenzioni esterne attivate in passato per gli uffici di Ragioneria e di Urbanistica sono state confermate, che per il ruolo di messo comunale è stata sfruttata la graduatoria venuta fuori dalla procedura disposta da noi, che è stata rinnovata la nostra richiesta al gestore del servizio di trasporto scolastico di prevedere un accompagnatore esterno sugli scuolabus. Insomma, il nostro impianto regge ancora mentre il nuovo sindaco avrebbe potuto fare diversamente se avesse voluto. Evidentemente le accuse che ci sono state mosse erano del tutto pretestuose. L’unico taglio ha riguardato il servizio di gestione delle buste paga, prima affidato alla consulente del lavoro Gabriella Spagnuolo, che ci ha aiutato a sanare tante situazioni bloccate o inevase, a regolarizzare i contributi ai fini pensionistici dei dipendenti e ad evitare multe salatissime. E da chi è stata sostituita la Spagnuolo? Da un dipendente selezionato attraverso una procedura interna disposta da noi, applicata, però, molto male perché il dipendente scelto, fra l’altro l’unico che si era candidato, non era stato giudicato idoneo dalla commissione giudicatrice, formata dal segretario generale, dal vicesegretario e dal caposettore, perché non aveva i requisiti, evidenziando una mancanza di considerazione e di collaborazione con gli uffici, ma solo l’applicazione di una precisa volontà politica. E si è parlato molto anche di trasparenza mentre finora ho già visto affidare due incarichi allo stesso legale.

Anche il segretario che ha scelto lei è stato confermato…

Infatti, anche se io lo avrei confermato full time e non part time. In ogni caso, credo però che la figura del segretario generale sia superata o comunque superabile attivando qualificate convenzioni esterne per le materie più complesse come di Urbanistica e Contabilità pubblica, con notevole risparmio economico.

Se nei primi cento giorni la nuova amministrazione non ha brillato, anche voi siete apparsi spenti…

E’ stata una precisa scelta da parte nostra ma d’ora in avanti non sarà più così. Abbiamo deciso di aspettare i primi provvedimenti per assumere qualunque iniziativa e francamente non ci aspettavamo neanche noi questa calma piatta, una paralisi così incredibile e grave da amministratori di lungo corso. Tuttavia d’ora in avanti cercheremo di dare il nostro contributo, convinti di poterlo fare perché nel nostro gruppo c’è chi conosce bene i problemi del Comune e chi conosce bene cosa si aspetta la città.

E cosa si aspetta la città? Finora è apparsa molto divisa…

La divisione è stata determinata da un risultato elettorale che ha aggiudicato la vittoria per appena 100 voti e che ha sostanzialmente spaccato in due la città visto che le altre due liste non sono riuscite a drenare molti voti. E anche per questa ragione abbiamo deciso di marciare a fari spenti, per non dare alla maggioranza alcun alibi. Ed abbiamo fatto bene perché è venuto fuori solo il nulla.

Avete impugnato il risultato elettorale: perché?
Perché a nostro avviso sono state compiute delle evidenti irregolarità in alcune sezioni, come l’aver riportato nei verbali somme errate con la presenza di oltre cento schede cosiddette “ballerine” cioè autenticate ma non votate. Si tratta di irregolarità sostanziali e non formali e, dunque, confidiamo che il Tar accolga il nostro ricorso.

E a quel punto ve la rigiocate…

Sì, è chiaro.

Anche perché la sconfitta è stata scottante…

Inizialmente sì, ho provato una grande delusione. Ma già l’indomani ho letto il risultato in maniera diversa perché ho pensato alla grande battaglia che abbiamo condotto, contro tutto e tutti, anche contro istituzioni importanti della nostra città che anziché essere neutrali hanno fatto campagna elettorale per l’attuale sindaco. L’on. Del Basso De Caro ha paragonato le elezioni di Atripalda alla partita Italia contro Resto del mondo. Era difficilissimo vincere, eppure ci siamo andati molto vicino. E non posso che esserne orgoglioso.

A quali istituzioni si riferisce?

Non mi faccia dire di più.

E perché si è ritrovato tutti contro?

Davvero non me lo so spiegare. So solo che molte cose le ho capite solo alla fine, quando forse era troppo tardi.

Cioè?

Il vicesindaco Tuccia, per esempio. Non pensavo neanche minimamente che volesse candidarsi a sindaco e che quindi già da un paio d’anni il fatto che non facesse nulla per mettermi in luce dipendesse dalle sue ambizioni personali. E quando alla fine Tuccia non è riuscito a candidarsi paradossalmente l’ha fatta pagare a me appoggiando i miei avversari. E come lui tutti quelli che sono rimasti fuori dalle liste.

Per cosa sarà ricordata la sua consiliatura?

Credo principalmente per un profondo cambiamento nella cultura amministrativa e per il rapporto costante e quotidiano coi cittadini, aspetto, quest’ultimo, che già vedo trascurato. Abbiamo compiuto anche tante scelte impopolari, con atti di grande coraggio, per mutare radicalmente il modo di amministrare e per affrontare al meglio i grandi cambiamenti avvenuti proprio sotto il mio sindacato nella gestione della finanza pubblica, orientata ad una visione più privatistica. Forse non tutto è stato colto dai cittadini, sarebbero bastati altri tre anni di mandato per avere dei risultati più tangibili grazie alle tante idee che sarebbero diventate realtà. Peccato.

Si è parlato di un suo avvicinamento a Forza Italia…

C’è grande stima per l’on. Cosimo Sibilia e per Attilio e Massimiliano Strumolo, che ho corteggiato a lungo per strappargli la candidatura nella mia lista, riutenendolo uomo di grandi valori umani e morali. L’ipotesi di un mio avvicinamento a Forza Italia non esiste, ho solo partecipato all’inaugurazione della sede cittadina come gesto di cortesia e di solidarietà per Attilio che ho sempre visto al mio fianco in campagna elettorale e per un gruppo di amici che mi hanno sostenuto elettoralmente. Per quanto mi riguarda resto un iscritto al Partito democratico, riconoscendomi nell’unica area di libertà rappresentata dall’on. Del Basso De Caro.

Il PD sta per affrontare la fase congressuale, cosa si aspetta?

Una bella battaglia politica che porti al superamento di quella brutta pagina che si è scritta alle ultime elezioni, col PD che ha rinunciato al proprio sindaco per sostituirlo con uno dell’UDC, un partito che praticamente non esiste più.

Il risultato è che in Consiglio comunale il PD è sia in maggioranza che all’opposizione, come si supera questa condizione?

Si supera se quella parte del PD che ha fatto da sponda all’UDC si rende conto del limite della propria azione politica e ne trae le conseguenze. E se l’obiettivo del congresso non è certamente l’unanimità, certamente dovrà essere quello dell’unità. Il problema, perciò, se lo dovrà porre proprio chi oggi è in maggioranza. D’altronde il limite dei progetti politici travestiti da civici è proprio questo.

Torniamo alle questioni amministrative ed in particolare al tema della sicurezza delle scuole: lei da sindaco come si sarebbe comportato?

Intanto mi lasci dire che come genitore sono molto preoccupato perché le conclusioni delle verifiche effettuate dagli esperti sono chiare e gravissime. In altre parole la relazione che abbiamo potuto leggere sostanzialmente rivela che c’è un’altissima percentuale di vulnerabilità sismica nei tre edifici sottoposti ai test. E si tratta, fra l’altro, di risultati niente affatto noti come si sono affrettati a precisare il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici. Posso assicurare che nessuno di noi sapeva che la situazione fosse così grave, neanche l’attuale sindaco visto che lo scorso anno in Consiglio comunale chiese con forza le verifiche.

E lei cosa avrebbe fatto?

Non avrei aperto quelle scuole. Senza alcun dubbio.

E quali alternative c’erano? E c’era il tempo per predisporle?

L’idea era quella di trasferire le aule della Primaria “Mazzetti” nel Centro servizi e c’era tutto il tempo per farlo perché la relazione tecnica è stata trasmessa al Comune a fine luglio e volendo era anche possibile per le vie brevi avere le conclusioni almeno un paio di settimane prima. In due mesi era più che possibile gestire il trasloco di un plesso.

E degli altri due plessi?

Nessuno si aspettava risultati così negativi anche per la “Masi” e la “Adamo”, ragion per cui non erano state immaginate soluzioni alternative. In ogni caso certamente sarebbe stata presa in considerazione l’ipotesi dei doppi turni, dello sfruttamento pieno della “Collodi”, dell’utilizzo della parte antisismica della “Masi”, cioè quella che ha già ospitato le aule della scuola dell’Infanzia durante i lavori di ristrutturazione della “Collodi” ed aventualmente anche dell’acquisto di prefabbricati leggeri. Insomma, la responsabilità di aprire quelle scuole certamente non me la sarei presa. L’attuale amministrazione lo ha fatto, ma non credo che la decisione assunta abbia tutelato la sicurezza dei bambini.



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