Paolo Spagnuolo: «Dopo un anno nulla è cambiato»


L’11 giugno 2017 Atripalda è andata alle urne per eleggere l’attuale sindaco Giuseppe Spagnuolo. E il suo predecessore tira le prime somme

«Dopo un anno sono rimasti i selfie, e nulla più», così l’avvocato Paolo Spagnuolo – ex sindaco ed attuale consigliere comunale – sintetizza l’operato della Maggioranza ad un anno dalle elezioni, che hanno visto la lista civica “Noi per Atripalda” perdere per 121 voti.

Mettendo da parte per un attimo il solito dualismo tra maggioranza ed opposizione, qual è il suo giudizio da cittadino sull’azione amministrativa espressa dalla maggioranza fino ad ora?

Non potrei che esprimere un giudizio negativo. Al di là di Giullarte, che ha ricalcato un progetto già presentato nel 2012, abbiamo registrato una continuità impressionante con quanto fatto da noi negli anni scorsi. E questo mi dispiace, soprattutto considerando la realizzazione di una campagna elettorale basata su concetti forti come la discontinuità e la trasparenza. Si era parlato molto anche di ambiente, ovvero il flop più totale dell’attuale maggioranza …

Secondo lei la questione ambientale non è stata affrontata nel migliore dei modi?

No, a partire dalla mancata attuazione del protocollo d’intesa con Avellino e comuni limitrofi. L’obiettivo di questa iniziativa era ragionare in termini di Area Vasta anche per la tutela dell’ambiente. A questo punto non riesco a capire perché il nostro Comune abbia fatto finta di nulla nel momento in cui il Sindaco di Avellino ha adottato ben due provvedimenti riguardo al blocco del traffico. Ricordiamo che questa Amministrazione avrebbe dovuto garantire il “garbo istituzionale”, ma mi pare che stiamo facendo una figuraccia. E’ inutile riempirsi la bocca di protocolli sull’ambiente se poi giriamo i tacchi e ce ne andiamo. Eppure prima delle elezioni avevamo già preparato qualcosa inerente all’ambiente che l’attuale Maggioranza avrebbe potuto sfruttare …

Cioè?

Avevamo già predisposto un contratto biennale con una ditta per la manutenzione del verde. Con un minimo di programmazione, la ditta già individuata avrebbe potuto pianificare la pulizia della città fin da subito, invece di perdere tempo tra gare ed aggiudicazioni. In fondo cosa c’è di grave se alcuni sacchetti dell’immondizia circondano la scuola Masi da più di otto mesi e se la differenziata continua a calare a picco …

Proprio la percentuale di raccolta differenziata è ormai in costante calo da almeno tre anni. Come mai?

Secondo me c’è un nesso tra il costo per il cittadino del servizio e la volontà di fare la differenziata: più alto è il costo per il cittadino e più è bassa la volontà di effettuare la raccolta differenziata. Nel 2013 raggiungemmo una percentuale alta ma le tariffe non diminuirono. Il cittadino, in poche parole, si pone due obiettivi: la tutela dell’ambiente ed un costo minore in bolletta. Dato che quest’ultima speranza non si è concretizzata gli atripaldesi hanno iniziato leggermente a desistere dall’effettuare una giusta raccolta differenziata. Inoltre, in giro si è diffuso l’errato concetto che a causa dei morosi si paghi di più e questa “voce” non ha fatto altro che scoraggiare i più diligenti. Ripeto, questa riflessione non corrisponde al vero. C’è un 20% della cittadinanza risultante morosa, ma le entrate mancate non vengono “riempite” dai contribuenti onesti. Infine bisogna rinegoziare gli accordi con Irpiniambiente, e su questo abbiamo un’idea …

Ovvero?

Il contratto con Irpiniambiente fu stipulato in piena emergenza nel 2013. Ora, invece, i calcoli da fare dovrebbero essere un po’ diversi, a partire da quei 400.000 euro relativi allo spazzamento della strada, un servizio svolto male dagli operatori. Spendendo circa la metà, ad esempio, si potrebbe istituire una cooperativa di tipo sociale e assegnare questo lavoro a dodici cittadini che sicuramente avrebbero una maggiore consapevolezza del territorio e quindi saprebbero muoversi con la giusta diligenza.

Accantonando la questione ambientale, avete spesso attribuito alla maggioranza l’aggettivo “lenta” …

Sono lenti nell’approccio ai problemi della città. Gli atripaldesi, dunque, avvertono un profondo senso di solitudine. Tra l’altro hanno perso anche l’unico in grado di fare da ponte con la cittadinanza, cioè il consigliere Vincenzo Moschella, a cui rivolgo ovviamente i miei auguri. Non bisogna dimenticare che la figura del Sindaco è uno dei pochi punti di riferimento per i cittadini, ma per ottemperare al meglio a questo ruolo c’è la necessità di stare in mezzo alla gente. In fondo è questa la differenza tra Primo Cittadino e burocrate. Le dirò di più: è la sensazione che mi manca di più da quando non sono più il Sindaco di questa città, l’emozione e la voglia di conoscere tutto ciò che accadeva tra le strade di Atripalda, la necessità di prestare ascolto a chi stava in difficoltà, soprattutto in questi tempi caratterizzati da grandi difficoltà economiche.

Quindi secondo lei non ci sarebbe nulla da salvare in questo primo anno di consiliatura?

Salvo quanto fatto in continuità con l’operato della mia Amministrazione. Per il resto nulla, nemmeno la trasparenza tanto invocata in campagna elettorale. Ancora non riesco a capire, ad esempio, i criteri che seguono per le assegnazioni extra bando degli alloggi. Altro che trasparenza, come la questione dei lavori di manutenzione degli alloggi popolari affidati ad ulteriori due ditte nonostante ce ne fosse già una vincitrice di regolare gara d’appalto. Per non parlare dell’efficienza della macchina amministrativa …

Si spieghi meglio …

Un ufficio funzionava benissimo, ed è stato smembrato, cioè l’ufficio Tributi, il cuore di un Ente Locale dal punto di vista finanziario, come del resto l’ufficio Tecnico. Anche per quanto riguarda la progettazione, si era parlato della creazione di un pool di tecnici per presentare progetti ed ottenere finanziamenti, ed invece non c’è nulla di nuovo. Si continua a lavorare senza pensare al futuro, ma si rincorrono le emergenze. Non esiste una programmazione seria, come accade purtroppo per quanto riguarda l’edilizia scolastica …

Tra i banchi dell’opposizione avete sempre espresso perplessità in merito all’utilizzo di almeno due degli istituti scolastici presenti sul territorio. Come mai?

Facemmo fare uno screening delle scuole in termini di sicurezza. Non voglio creare allarmismi, ma i risultati, almeno per quanto riguarda la Masi e la Mazzetti, evidenziarono un deficit importante a livello strutturale. Noi non le avremmo mai aperte, ed infatti avevamo già previsto un piano alternativo per mettere al sicuro i bambini, cioè la riattivazione del Centro Servizi e l’acquisto di moduli temporanei. Un’altra scuola che presenta qualche problema è la scuola d’infanzia in via San Giacomo ed in merito a questo avevo pensato all’utilizzo del Centro per Anziani. Penso che la Regione, accertata la necessità, avrebbe permesso questo utilizzo provvisorio della struttura. Anche i nostri tecnici condividevano le nostre stesse preoccupazioni, poi forse avranno ricevuto qualche rassicurazione dalla Provvidenza.

Esiste un’urgenza in città a cui porre rimedio al più presto?

Invece di abbellire la Piazza, senza ombra di dubbio destinerei tutte le risorse alla manutenzioni degli alloggi popolari.



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