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Meglio attendere per chiedere un mutuo in banca e dare uno sguardo ai cambiamenti dei tassi. Che cosa controllare
Acquistare una casa è uno dei sogni più grandi per molte persone. È il desiderio di avere un luogo sicuro, che rappresenti stabilità e indipendenza. Tuttavia, la realtà spesso si scontra con le possibilità economiche: il costo di un immobile è elevato e pochi possono permettersi di pagarlo in un’unica soluzione. Ecco perché entra in gioco il mutuo, una soluzione che permette di trasformare un sogno in realtà, diluendo il pagamento nel tempo.
Un mutuo è un finanziamento concesso da una banca o un istituto di credito per l’acquisto di un immobile. In cambio, il mutuatario si impegna a restituire la somma ricevuta in rate mensili, comprensive di interessi, per un periodo stabilito.
I vantaggi? Il mutuo rende accessibile l’acquisto di una casa senza dover disporre dell’intera somma subito, consentendo di investire nel proprio futuro. Tuttavia, presenta anche degli svantaggi: gli interessi aumentano il costo totale, e il lungo impegno finanziario può rappresentare un vincolo nel tempo. Inoltre, la banca richiede garanzie solide prima di concederlo.
Scegliere un mutuo è un passo importante: va valutato con attenzione, perché non è solo un prestito, ma un impegno che può cambiare la vita. Prima di richiederlo, è sempre bene informarsi a dovere sulle condizioni. In particolar modo, la scelta più importante è quella tra il tasso fisso e quello variabile. Nel 2025 le cose stanno per cambiare, per cui è bene essere informati su queste novità, prima di fare richiesta di mutuo.
Tasso fisso o tasso variabile: ecco cosa cambia nel 2025 e quale è più conveniente
Scegliere tra il tasso fisso e quello variabile è fondamentale, quando si accede al mutuo, e proprio questa decisione, può fare una grande differenza sull’importo totale da restituire all’ente creditizio.

Dopo aver raggiunto livelli record a inizio 2024, l’Euribor ha iniziato una fase di calo costante, in risposta alla fine della stretta monetaria adottata dalla Banca Centrale Europea. Attualmente, gli indici a 1 e 3 mesi si attestano intorno al 2,46%, un valore nettamente inferiore rispetto ai picchi superiori al 3,90%, registrati l’anno precedente. Tuttavia, restano ancora più alti rispetto ai tassi applicati ai mutui a tasso fisso.
Con il recente taglio dei tassi da parte della BCE, il TAN dei mutui variabili potrebbe scendere sotto il 3%, pur rimanendo meno vantaggioso rispetto ai mutui a tasso fisso.
Le previsioni future sull’Euribor indicano ulteriori ribassi, con il tasso variabile a 3 mesi che potrebbe scendere al 2,16% entro giugno del 2025 e sotto il 2% entro fine anno. Questo potrebbe ridurre progressivamente il vantaggio del tasso fisso, rendendo i mutui variabili sempre più competitivi. Il punto di equilibrio tra i due tassi potrebbe arrivare nell’estate del 2025, quando la politica monetaria della BCE avrà prodotto effetti più evidenti.
Le banche, attualmente, stanno incentivando i mutui a tasso fisso riducendo gli spread, per evitare un’ondata di surroghe e considerando improbabili rialzi futuri dei tassi. Tuttavia, se le condizioni di mercato dovessero spingere a una riduzione degli spread anche sui mutui variabili, il sorpasso potrebbe avvenire prima del previsto. Chi sta valutando un mutuo dovrà monitorare attentamente l’andamento dei tassi e le decisioni della BCE, evitando scelte affrettate ma anche il rischio di attendere troppo e perdere occasioni di risparmio.