Nel nome di Biagio


Nel secondo anniversario della scomparsa di Venezia la famiglia e gli amici propongono di intitolargli i giardini di largo Orta

I giardini di largo Orta. Nel riquadro Biagio Venezia

I giardini di largo Orta. Nel riquadro Biagio Venezia

Due anni fa si spense Biagio Venezia. Fu un notizia terribile. Stentammo a crederci. Neanche i manifesti ci convinsero del tutto che il nostro amico e collaboratore se ne fosse improvvisamente andato. Poi tutto apparì drammaticamente vero. E martedì 24 maggio cadrà il secondo anniversario di quel giorno. Lo scorso anno, nel periodo di sospensione del giornale, in collaborazione col prof. Raffaele La Sala, abbiamo pubblicato proprio in occasione dell’anniversario una piccola antologia degli articoli che lui ha scritto per “il Sabato”, distribuita gratuitamente a tutti nostri lettori, per rendere omaggio a Biagio, per ringraziarlo e per contribuire a mantenere viva la sua memoria.

Quest’anno la famiglia e gli amici hanno organizzato un seminario dal titolo “Memoria instabile e futuro: riflessioni sul terremoto del 1980” a cui hanno preso parte studiosi, storici e giornalisti che si è svolto venerdì 20 maggio nella sede del Sindacato provinciale dei Pensionati Italiani della Cgil che dal febbraio dello scorso anno porta il nome di Biagio Venezia in ragione suo impegno politico-sindacale.

Ma c’è un’altra iniziativa che la famiglia e gli amici stanno cercando di portare avanti: l’intitolazione dei giardini di largo Genio Alpini Orta. L’idea lanciata da Raffaele La Sala e Antonio Tomasetti durante la messa funebre nella chiesa madre sta prendendo forma attraverso una petizione che quanto prima sarà consegnata al sindaco. Una proposta che nasce dal fatto che durante l’attività di consigliere comunale di Atripalda, Biagio Venezia propose i giardini e ne curò nei minimi dettagli la realizzazione, cercando con doviziosa attenzione le piante più adatte a quel contesto. E in quel periodo Biagio Venezia si occupò del recupero di diverse aree di Atripalda per destinarle al verde pubblico e per affermare la cultura ed il rispetto dell’ambiente che sono stati gli obiettivi della sua attività politica e sociale. Quei giardini rappresentano il vero testamento spirituale di Biagio e non rientrando a livello legislativo nei luoghi pubblici per la cui intitolazione si richiede dieci anni dalla morte possono senza difficoltà portare il nome di chi li ha creati dal nulla. La moglie Assunta Iantosca, le figlie Antonella, Rossella e Simona, tutta la famiglia, gli amici, i conoscenti e tutti quelli che lo seguivano dalle pagine del giornale auspicano che tale proposta sia realizzata “perché – come si legge nel testo della petizione – Biagio Venezia era convinto che il verde e in generale la cura per l’ambiente pubblico non sono soltanto, come si è soliti pensare, natura, ma anche, e soprattutto, cultura”.



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