Lettera di una mamma: Abbiamo una scuola che lascia… senza parole


«Da giorni siamo alla ricerca di notizie che possano aiutarci ad affrontare i primi giorni di lezione, ma nessuno se ne è fatto carico. Solo il silenzio»

La "De Amicis"

La “De Amicis”

Sig. Direttore,

sono una mamma trentanovenne di Atripalda.

Il mio unico figlio ha compiuto sei anni e domani comincia il primo giorno della scuola dei “grandi”, la Primaria.

Ho deciso di scrivere a Lei, e solo oggi, perché ho atteso fino ad ora che fossero pubblicate le liste con i nomi dei bambini e relative sezioni e abbinamento insegnanti. Premetto che il sorteggio della scuola primaria è stato fatto il 28 giugno, e anche tenendo conto dei vari spostamenti richiesti dai genitori, nulla giustifica questo ritardo o meglio dire questo assoluto silenzio della scuola.

Ma non le scrivo solo per questo. Perché tutte le altre scuole, anche di paesi veramente piccoli, hanno già da tempo provveduto a fare riunione di accoglienza con i genitori per informarli di tutto ciò che riguardava l’organizzazione didattica compreso la comunicazione del materiale necessario. Sono state presentate le varie maestre e tutto si è svolto nella tranquillità piu assoluta, e non il primo giorno di scuola, dove l’emozione e non solo quella, sara tanta. Ad Atripalda no. Ripeto, dal 28 giugno non siamo riusciti a pubblicare neanche una semplice lista completa con i nomi dei bambini. Segreto assoluto sui nomi delle maestre, quasi fossimo in presenza di un segreto di stato. E noi genitori alla ricerca spasmodica di notizie. Il diario serve? Quali penne devono usare? E la merenda? Cosa è possibile portare e cosa no? Sono al primo anno, quelle forbicine nell astuccio le lascio? Ed allora è un continuo chiamare l’amica che ha il figlio piu grande, magari lei è già passata per questa strada…

Lo so che alla fine non è grave ciò che stiamo passando noi genitori degli iscritti al primo anno della primaria, ma per noi che viviamo con emozione e apprensione questo giorno è un bel problema. Soprattutto perché dobbiamo delle risposte ai nostri figli che avvertono l’enorme cambiamento che li aspetta e sono pieni di domande e paure. Bastava poco, bastava un’ora di tempo da dedicare ai genitori. Domattina invece, con un groppo in gola per l’emozione, la manina del mio ometto con il grembiule blu stretta nella mia mano, dovrò sopprimere tutto ed essere lucida e attenta, sperando di ricevere un minimo di accoglienza e soprattutto informazioni. Sul suo giornale della scorsa settimana faceva riferimento al sito istituzionale della scuola. La sig.ra Fasano la rimandava alla consultazione del sito per trovare la risposta alle sue domande. È come lei prontamente ha scritto, sul sito non c’era nulla. È nulla è stato pubblicato fino ad oggi, a meno di dodici ore dalla prima… Solo gli orari di entrata e uscita. Credo che non ci siano piu parole per descrivere questa situazione.

Grazie dell’attenzione.

Cordiali saluti.

Una mamma Atripaldese

(lettera firmata)

***

NdD – Gentile signora, grazie a lei per la lettera che, a mio avviso, è estremamente significativa perché descrive esattamente lo stato d’animo di chi si prepara ad affrontare un nuovo percorso. Lei ha ragione: basta poco per aiutare i genitori ad orientarsi e a capire, e chissà perché non viene fatto. Purtroppo non siamo stati più fortunati di lei perché neanche a noi la dirigente ha potuto dedicare qualche minuto del suo tempo per rispondere alle nostre domande. Anche noi abbiamo notato che sul sito della scuola non è stata data in questi giorni nessuna informazione utile, neanche sulla mancata riapertura della “Collodi”, ma restiamo fiduciosi per il futuro. Ancora grazie.



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una madre qualsiasi
una madre qualsiasi
7 anni fa

ma che la signora abbia scritto questa lettera e va bene ci sta…ma che le diade pure ragione…capisco la questione maestre ma il resto è raccapricciante…nun teniti che pensà….

Enrico
Enrico
7 anni fa

Signor Autore, fino a quando mi parla di conoscere l’insegnante del proprio figlio, posso pure essere d’accordo con lei. Mi accusa di banalizzare i sentimenti dei bambini: forse che lei è un bambino che sta scrivendo sul giornale? Il mio commento è una risposta a quello che scrive lei, non a quello che dice il suo bambino. E per me, se un bambino ha tutto il diritto (e meno male che ancora avviene) di chiedersi quale penna deve portare a scuola, essendo emozionato al solo pensiero che per lui comincia un’era nuova della sua vita, è appunto infantile da parte di un genitore scrivere una lettera, pubblicarla sul giornale, fare tanto clamore per chiedersi, tra le altre cose (di cui, come ho detto, l’unica seria può essere quella del nome dell’insegnante), quale penna deve portare il bambino. Ci vuole tanto a mettergli un borsello nello zaino e un pacchetto di salatini? Non andrà mica a male se non se lo mangerà!
Perciò, al solito, non facciamo polemica sulle foglie… la scuola è fatta di bambini, genitori ed insegnanti: in questo caso, io polemizzavo con gli adulti, non certo con i bambini, che, come diceva don Tonino Bello, sono “degni di fede”.

Ho iniziato la scuola primaria 13-14 anni fa, e nemmeno mia madre sapeva chi fosse la mia insegnante, infatti io fui l’ultimo ad entrare in una classe, spinto con determinazione da un direttore infastidito per la situazione… ciò non toglie che per me quello sia rimasto uno dei giorni più significativi della mia vita che ancora ricordo dall’inizio al termine, se vuole glielo racconto.

A chi mi invita ad andare a coltivare, rispondo: hai guardato i rovi dentro casa tua come sono avvilenti? Beh, se hai il coraggio, toglili con le mani, senza cesoie, e allora ti obbedirò, Brancaleone il pinguino da Atripalda.

Caterina
Caterina
7 anni fa

Quando si parla di bambini bisognerebbe solo fare un passo indietro, solo con le parole sappiamo indicarli come il nostro futuro ma con i fatti non lo dimostriamo. Bastava così poco, anche solo due o tre giorni prima che iniziasse la scuola che le istituzioni quale la dirigente scolastica e il sindaco pensassero ai nostri piccoli come del resto hanno fatto altri comuni più civili… Non ci sono parole se non VERGOGNA!!!

Antonio
Antonio
7 anni fa

Probabilemte sono impegnati a fare i gruppi di aule dei “Signori” di Atripalda che puntualmente ogni anno vogliono che i loro figli siano in classe di ragazzi di famiglie per bene. Sembrerebbe che già quando c’era il Preside Parziale riceveva dai “Signori” richieste di spostamento dei figli da una classe all’altra perché in quella o quell’altro classe c’erano i figli di…….
Cambiano i dirigenti ma la storia è sempre uguale.
I bambini meritano tutte le attenzioni e salvaguardie di questo mondo sono il nostro futuro caro Enrico

Autore
Autore
7 anni fa

Sig. Enrico non banalizzi i sentimenti di bambini di sei anni. Questo è un grosso cambiamento per loro e per quanto possano sembrare banali gli esempi sopra riportati, sono domande legittime, e non le concedo di ridicolizzare genitori e bambini. Sicuramente la scuola italiana, e non solo quella, ha problemi ben più gravi. Ma come sempre parliamo sempre di grandi criticità, solo parlare intensi, e non pensiamo ad altro. Magari iniziare a risolvere le banalità può essere di stimolo per i problemi più gravi. È legittimo per ogni genitore conoscere il nome della maestra del proprio figlio, sì, anche sapere che penne usare e se ci sono delle indicazioni per la merenda. È un crimine essere un genitore che si preoccupa per queste cose? E se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, tiri lei le somme. Saluti

Brancaleone da Atripalda
Brancaleone da Atripalda
7 anni fa

Enrico, Atripalda è piena di terre incolte prendi la vanga e fai il tuo dovere.

Enrico
Enrico
7 anni fa

Fossero questi i problemi della scuola italiana… il diario serve? Quali penne devono usare? Devono portare la merenda?…