Tempo di bilanci per l’Istituto comprensivo


Il numero di iscritti continua a seguire un trend positivo: lo staff docente del “De Amicis-Masi” analizza l’ultimo triennio

Per l’IC “De Amicis-Masi” è tempo di bilanci e nel contempo di nuova progettazione, è il momento di guardare in maniera critica ciò che si è realizzato, pensando a ciò che si vuole realizzare. Sotto la lente d’ingrandimento, a caccia di eventuali criticità, è finito l’ultimo triennio la cui analisi ha fornito dati utili a tracciare le linee programmatiche del triennio che partirà da quest’anno. La DS, pur costretta ad un riposo forzato, a causa di una brutta caduta, non ha voluto mancare all’appuntamento, già programmato, con i suoi docenti per partecipare sia alla fase rendicontativa sia a quella programmatica. L’ha fatto cedendo alla tecnologia, pur privilegiando i rapporti diretti.

Il collegio aveva già acquisito il suo atto di indirizzo, come detta la legge, ma la DS con la sua partecipazione e il suo coordinamento, insieme al suo staff, ha voluto che si procedesse garantendo l’assenza di qualsiasi facile trionfalismo o autoreferenzialità in cui era possibile incorrere in presenza di risultati positivi, rischiando di non apportare benefici alla rigorosità che la progettazione di un nuovo triennio richiede. Infatti le linee programmatiche che trovano il loro sviluppo nel PTOF del nuovo triennio, derivano da un rigoroso Rapporto di Autovalutazione (RAV) e dal conseguente Piano di Miglioramento (PdM) che si sostanziano di azioni didattiche e gestionali. Lo staff a cui è affidata l’elaborazione della progettualità d’istituto ha tenuto conto anche del feedback dell’Invalsi, dei risultati delle esperienze realizzate con le Olimpiadi della Matematica, dell’espressione della sensibilità e competenza musicale e artistica, dell’interessanti occasioni offerte dal Cambridge e dal Clil, dei corsi di potenziamento, dei riconoscimenti concorsuali sia in termini di accademiche gratificazioni che di acquisizione di vincite in denaro. L’ultima vincita ottenuta è confluita nella realizzazione di un laboratorio di lingua che potrà completarsi grazie al contributo del Comune, pubblicamente garantito dal Sindaco.

Altro indicatore che ha fornito dati valutativi è il numero degli iscritti che continua a seguire un trend positivo facendo registrare incrementi. Nella fase rendicontativa la DS ha palesato la sua soddisfazione in merito ai risultati, ma ha voluto sottolineare come essi fossero frutto di un lavoro di squadra in cui tutti hanno fatto la loro parte. L’IC di Atripalda può contare infatti su genitori che danno il loro contributo sia in sede istituzionale, come nel Consiglio di Istituto, sia in occasioni di sano ed ironico divertimento, si pensi ad uno spiritoso video realizzato da alcune mamme, o mettendo a servizio la propria professionalità. E’ è il caso di una mamma che con le sue lezioni di economia ha introdotto i bitcoin nella scuola. Tutti hanno saputo essere parte attiva di quella comunità educante che faticosamente va consolidandosi e che si adopera affinché la scuola possa garantire ad ogni allievo l’opportunità del successo formativo, personalizzando i percorsi didattico-educativi di chi presenta fragilità e valorizzando i talenti offrendo occasioni, sia curriculari, sia di ampliamento, in cui tutti i “saperi” trovino il giusto spazio. Ma come potrebbe funzionare una scuola senza un apparato amministrativo efficiente guidato da un DSGA competente? Né va dimenticata quella figura che chiameremo nel modo più vicino al mondo degli allievi: il/la bidello/a che controlla dispensando sorrisi e battute e che, spesso, è presso gli allievi più popolare degli stessi docenti, lo attestano le descrizioni fatte nei loro testi.

Non basta, la scuola ha bisogno di un rapporto collaborativo con enti ed associazioni, una per tutte la Pro Loco con cui si è lavorato bene, ma ancora meglio si dovrà operare creando una progettualità comune che si rivitalizzi attraverso le istanze del territorio. Chiediamoci ancora se una scuola può vivere facendo a meno dell’Ente locale che, lungimirante e mai miope, è soprattutto sulla scuola che deve investire. Qualcuno ha detto: «Un Paese che non investe sui giovani, perde futuro». E la scuola e il Comune hanno da tempo rapporti collaborativi, ma insieme, in una sorta di alleanza educativa, dovranno potenziare e coordinare i loro interventi come già si sta facendo in questi giorni in cui la collaborazione della DS e del corpo docente, con l’assessore alla PI, nonché vice sindaco, va verso l’organizzazione di occasioni di empowerment e di educazione alla cittadinanza attiva, come possibilità di prevenzione, trasformazione, innovazione sociale e culturaleCerto si potrebbe obiettare che questo nostro intervento è solo il frutto di un mirato atteggiamento politically correct, invece esso deriva dalla convinzione sentita che il successo di una scuola non lo garantisce la polemica sterile, di parte e fine a se stessa, ma l’apporto di tutti, senza strumentalizzazioni e protagonismi. In quest’ottica anche le sferzate dei mezzi di informazione, quando non sono capziose, ma fondate su un giustificato e civile dissenso sono bene accolte: La scuola non si fa da sola, la facciamo insieme. una scuola partecipata e vissuta è l’espressione della comunità a cui appartiene. Le collaborazioni positive possono migliorare sia la quantità che la qualità del lavoro svolto nella scuola aumentando, di conseguenza, la soddisfazione professionale e il ben-essere degli alunni e degli insegnanti e promuovendo migliori apprendimenti e abilità sociali in un clima più partecipe e motivato. Tale clima è quello che ci si augura caratterizzerà anche l’open day che l’IC realizzerà a breve.

Ricordiamoci sempre che il futuro dei nostri ragazzi dipende da noi e li aiutiamo insegnando loro a rimboccarsi le maniche e non a puntare il dito.

Lo staff docente dell’IC “De Amicis-Masi”



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