Oggi pomeriggio manifestazione ambientale del comitato “Salviamo la Valle del Sabato”


Gli attivisti “convocano” tutta la provincia a piazza Libertà a partire dalle 17:30 per un futuro sostenibile

Il grave incendio sprigionatosi il 13 settembre scorso presso l’azienda di lavorazione di materiale plastico è solo l’ultimo di una impressionante serie che nell’ultimo decennio ha visto come focolaio di origine l’area industriale di Pianodardine. Questa volta per una serie di condizioni ambientali la città capoluogo è stata direttamente investita dai fumi tossici e dalle sostanze nocive che si sono sprigionate interessando un raggio territoriale che non ha risparmiato molti comuni dell’hinterland e della Valle del Sabato.

Al di là dei risultati che possono emergere nella fase successiva all’evento inquinante resta il dato oggettivo e incontestabile che gli effetti della nube tossica sprigionatasi in modo minaccioso sotto il cielo di Avellino hanno interessato un ambito fortemente antropizzato, dei luoghi con una considerevole presenza di lavoratori e un territorio a coltivazioni intensive anche di pregio.

Per questi motivi  riteniamo che sia necessaria una volta per tutte una reale svolta nel modo di garantire da parte degli Organismi competenti le previste rigide misure di prevenzione negli impianti industriali di Pianodardine, riconoscere lo stato di saturazione dell’area e iniziare a pensare e a progettare  un’opera di progressiva riconversione, bonifica e riqualificazione in quanto oggi non è più civilmente pensabile di avere un indistinto agglomerato di industrie integrato a intensi insediamenti  abitativi, prossimo in linea d’aria alla Città Ospedaliera e attraversato da un intenso traffico veicolare.

 Piattaforma di proposte:

  • alla luce di quanto sta accadendo nella nostra regione e ora anche in alcune aree sensibili della nostra provincia, provvedere, da parte delle istituzioni competenti, ad assicurare un’accurata vigilanza allo “ S.T.I.R.” di Avellino al fine di scongiurare eventi criminosi che possano avere tra l’altro conseguenze negative sulla popolazione circostante;
  • realizzare una immediata azione preventiva di tutela dell’impianto dismesso della “Novolegno” dove, tra l’altro, permane incustodito un enorme accatastamento di materiale altamente infiammabile, proprio come nel caso della ICS in prossimità di un distributore di carburante;
  • procedere a una mappatura delle aziende maggiormente esposte a rischio di incendio o di altro incidente e procedere alla loro eventuale messa in sicurezza effettiva, non solo sulla carta;
  • concedere una congrua proroga temporale al divieto di abbruciamento arboreo nell’area.
  • ai fini di una selezione rigorosa delle aziende richiedenti i suoli industriali valutare oculatamente la modifica del regolamento di disponibilità e concessione delle aree di proprietà della A.S.I. di Avellino secondo il principio della sostenibilità ambientale;
  • monitorare e certificare le condizioni della I.C.S. a seguito dell’evento incendiario;
  • col supporto tecnico-scientifico di ISPRA e ISS effettuare una rigorosa, ripetuta e vasta analisi dei suoli rispetto all’eventuale impatto di ricaduta di diossina, di idrocarburi policiclici aromatici e di altri prodotti tossici della combustione. In questa opera di monitoraggio non bisogna dimenticare che la valle del Sabato è stata oggetto di ripetuti e disastrosi incendi, a cominciare da quello IRM del 2005: pertanto le analisi non si devono limitare alle sole verifiche postincendio ICS;
  • procedere ad effettuare un’indagine sullo stato di salute dei cittadini residenti utilizzando gli strumenti dell’epidemiologia e servendosi anche di possibili riscontri attraverso un monitoraggio biologico a campione;
  • all’esito degli ultimi due punti sarà necessario procedere ad un’analisi del rischio per la popolazione maggiormente esposta.

Bisogna prendere coscienza che Pianodardine è un obbrobrio non più sostenibile in una comunità che voglia definirsi civile. Di questo devono farsene una ragione non solo le popolazioni dell’hinterland e della Valle del Sabato ma anche quelle della intera città di Avellino perché, come il recente grave disastro ha dimostrato, non ci sono distanze che reggono davanti ai rischi e alle conseguenze dell’inquinamento ambientale, soprattutto nel contesto orografico chiuso della conca di Pianodardine.

Occorre, quindi, un impegno unitario territoriale e civile che mobiliti insieme ai cittadini e le associazioni,  le istituzioni, le forze politiche e sociali, i movimenti, le categorie professionali, le espressioni intellettuali e del mondo dell’informazione.

Per queste ragioni abbiamo ritenuto importante promuovere una mobilitazione generale dell’intera Area vasta della città di Avellino che inizierà Domenica 29 settembre, alle ore 16.00, con la “Staffetta per la vita” che partirà dal luogo del rogo della “I.C.S.” per attraversare le strade cittadine e giungere in Piazza della Libertà laddove si svolgerà un importante momento di riflessione e di incontro con una “Non stop” di gruppi musicali di base, artisti, associazioni  e personaggi del mondo culturale e dell’informazione. L’indifferenza brucia più del fuoco. Partecipiamo tutti.

 



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