«I percettori del Reddito di cittadinanza impiegati per l’assistenza alla popolazione»


Il sindaco Spagnuolo fa il punto sulla gestione della pandemia annunciando alcune novità come la possibilità di richiedere l’intervento di un infermiere a domicilio e l’attivazione dei progetti utili alla collettività

(foto di Sabino Battista)

Un aggiornamento con il sindaco Giuseppe Spagnuolo sulla pandemia è il tema della conversazione di questa settimana: un argomento centrale ed ineludibile che più passano i giorni e più toglie il sonno ai cittadini per l’aumento esponenziale del numero di positivi anche in città

Quanto velocemente si sta diffondendo il contagio?

Per molti giorni abbiamo faticato ad avere un quadro aggiornato, al punto che i dati di cui eravamo ufficialmente in possesso erano palesemente e costantemente superati dai dati che riuscivamo ad avere per conoscenza diretta. Le comunicazioni che ci arrivano dall’Asl scontano un certo ritardo, soprattutto quelle relative ai tamponi effettuati presso i laboratori privati.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Siamo evidentemente entrati in una fase critica ed incerta. Personalmente mi aspetto una grande impennata della curva del contagio determinata dall’estensione dello screening a cui la popolazione si sta spontaneamente e privatamente sottoponendo. Di conseguenza crescerà la paura, ma spero anche la soglia di attenzione individuale, che ci dovrebbe portare ad assumere comportamenti più prudenti e consapevoli, nella speranza che i sacrifici possano servire a superare meglio e più in fretta l’emergenza.

Quali rischi corriamo?

Abbiamo ormai tutti capito che l’intero sistema, direi a livello europeo, sta facendo molta fatica ad affrontare la pandemia e non sappiamo se reggerà o meno. Per quanto ci riguarda non stiamo messi peggio di altri comuni, anzi, possiamo certamente affermare che non siamo la punta dell’iceberg. Tuttavia ritengo indispensabile che ci abituiamo all’idea di dover convivere con il virus ancora a lungo, con pazienza, prudenza e senso di responsabilità. La nostra raccomandazione ai cittadini resta questa anche se abbiamo già avuto modo di verificare che gli atripaldesi si sono dimostrati eccezionali sotto tutti i punti di vista nell’affrontare la passata emergenza e, dunque, non dubito che faranno altrettanto.

La città di sera oramai è semideserta…

Le restrizioni ed i divieti disposti da governo e regione avevano principalmente lo scopo di evitare assembramenti per contenere la diffusione del contagio. In particolare l’obbligo di chiusura delle attività di somministrazione di cibi e bevande entro le ore 18:00 ha determinato una forte riduzione di presenze in strada. E, infatti, sotto questo aspetto non registriamo criticità. In più, la villa comunale è chiusa anche perché sapevamo che sarebbe stato uno dei luoghi più difficili da controllare mentre dovremo cercare di attenzionare meglio il centro storico dove ci segnalano ancora un certo numero di presenze serali. Al tempo stesso, però, è necessaria una risposta alla crisi delle attività commerciali che sono state chiuse o limitate e che deve necessariamente arrivare dal governo sotto forma di indennizzi.

E il Comune che può fare?

Per quanto ci riguarda potremo intervenire in un secondo momento riconoscendo, per esempio, riduzioni tributarie mirate, sapendo, però, che non avvertiamo la necessità di inventarci provvedimenti originali o fantasiosi e che abbiamo già esteso le misure previste, per esempio, nel regolamento sull’utilizzo del suolo pubblico per fini commerciali proprio con l’intenzione di favorire la ripresa economica.

Qual è il vostro compito invece?

Avvertiamo il dovere di affrontare l’emergenza proseguendo nell’attività di governo della città. Quindi siamo concentrati sull’assistenza alla popolazione, sulla conoscenza della diffusione del contagio e a garantire condizioni di sicurezza al personale e all’utenza del Comune. Parallelamente continuiamo a progettare e a chiedere finanziamenti per realizzare interventi utili alla città e alla collettività.

Parliamo dell’assistenza…

In questo momento le famiglie che non possono muoversi da casa sono la nostra prima preoccupazione. Sia il gruppo comunale di Protezione civile con i servizi essenziali che la Misericordia con la consegna dei medicinali offrono assistenza gratuita a domicilio, basta chiamare i relativi numeri telefonici per ottenere aiuto (349 2312357 per la Protezione civile e 0825 624343 per la Misericordia). In più stiamo per attivare una convenzione con un infermiere professionale per chi avesse bisogno di effettuare prelievi venosi a domicilio.

Il gruppo di Protezione civile attualmente da quante unità è composto?

Al momento possiamo contare su una decina di volontari, più che sufficienti in questo periodo, ai quali si affiancheranno presto i beneficiari dei reddito di cittadinanza tenuti a svolgere i cosiddetti Puc (Progetti utili alla collettività) nel comune di residenza. Dovrebbero essere almeno una cinquantina, da impiegare per 12 ore settimanali, su indicazione del Consorzio dei servizi sociali, alcuni dei quali certamente saranno impiegati in attività di assistenza alla popolazione. Sono, però, anche convinto che se e quando sarà necessario si attiverà spontaneamente una rete di solidarietà sociale, un sistema di collaborazione collettiva che farà la differenza.

L’attività amministrativa ne risentirà?

Durante la passata emergenza siamo riusciti a coniugare efficacemente la gestione dell’attualità con l’attività amministrativa, trovando in quel periodo il modo e il tempo anche per affrontare e definire importanti provvedimenti di natura economica come il risanamento del bilancio, la predisposizione di bandi come quello per la gestione dell’edificio ex Volto Santo, la preparazione delle gare d’appalto per gli interventi che interesseranno la scuola media “Masi” e la scuola dell’infanzia “Pascoli” e la progettazione per la scuola primaria “Mazzetti”. Il Covid non ci ha fermato prima e non ci fermerà adesso.



0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments